Un viaggio nella storia della Moda: L’evolvere dell’arte su misura e della democratizzazione del pronto da Indossare. Le differenze tra Haute Couture e Pret-à-Porter.
L’affascinante evoluzione della moda attraverso le epoche ci conduce oggi ad esplorare le differenze tra Haute Couture e Pret-à-Porter. dalle sartorie aristocratiche del XVII secolo alla democratizzazione dell’abbigliamento con il Pret-à-Porter nel XX secolo. Analizziamo le differenze, le ispirazioni e l’interessante connessione tra l’haute couture e il pronto da indossare. Nel cuore della moda, l’Haute Couture si erge come un monumento di lusso, creatività e innovazione, avendo radici che affondano nel XVII secolo, quando sarti abili intessero abiti su misura per l’alta società. Il XVIII secolo a Parigi, divenne la fucina globale della moda, aprendo le porte a un’evoluzione che si diffuse tra le classi medie nel XIX secolo grazie alla macchina da cucire. Il XX secolo portò ulteriori rivoluzioni, con designer audaci che sperimentarono con materiali e tecniche, dando vita a creazioni sempre più audaci. Nomi come Chanel e Dior si innalzarono come icone, guidati da menti creative che plasmarono l’estetica dell’Haute Couture.
Coco Chanel, proveniente dalla povertà, divenne un faro di stile rivoluzionario, liberando le donne dai vincoli vittoriani. Oltre a ciò Mademoiselle Coco è stata intuitiva nel saper dare vita alla voglia di novità che la sua contemporaneità stava richiedendo. Il fiuto per gli affari e la sua determinazione, essendo antisegnana del personal branding, proponendo sé stessa come prima ambassador del suo marchio, ne hanno forgiato la leggenda. La donna Chanel è indipendente ed anticonvenzionale, ambiziosa. Nell’heritage della minuta stilista francese leggendaria menzioniamo i pantaloni di ampia vestibilità, gli abiti semplici in jersey, il petit noir (abitino fasciante nero), i bijoux vistosi ed economici e un’essenza che ancora oggi è sinonimo di carisma e sensualità: Chanel n.5.
Con gli anni Trenta e la crisi del ’29 l’Alta moda progressivamente regredisce. Le Maison parigine tentano di reagire dimiuendo i prezzi dei capi, definendoli ‘abiti di crisi’, ma in questa situazione storico-economica prendono sempre più campo i grandi magazzini, che presentano abiti di pronto moda di qualità a prezzi più democratici.
I couturier, come abbiamo visto negli anni Dieci del Duemila con le collaborazioni del colosso del fast retail H&M con varie celeb e Maison, collaborano con la grande distribuzione, realizzando collezioni ad hoc – dimostrando ancora una volta che nella storia tutto è ciclico. E’ proprio con la grande depressione che le differenze tra Haute Couture e Pret-à-Porter iniziarono a farsi notare.
Con la seconda guerra mondiale ( e tutte le disastrose conseguenze che ne derivarono) coloro che vi sopravvissero grazie a un forte senso di resilienza, sebbene gran parte del mondo fosse distrutto, cercando di recuperare il vero e proprio senso della vita.
La genesi del must-have della moda di allora, il new Look, si colloca nel periodo bellico, quando gli Atelier lottarono per risolvere le problematiche imoste dal governo nazista.
Christian Dior, padre del “new look”, definì gli anni ’50 con creazioni eleganti e sofisticate.
Precisamente il modello ‘Bar’ della collezione PE del 1947 è il simbolo del cambiamento nell’Haute couture made in Paris. Sponsorizzato da Marcel Bousac, industriale cotoniere francese, e sostenuto da prestigiosi collaboratori, Monsieur Christian Dior propose anch’egli una linea di profumi con il lancio della collezione.
La collezione è leggendaria perchè proiettò l’intera Europa verso il futuro, mentre tutt’intorno vi erano soltanto macerie. La vita di vespa, l’enfatizzazione sul punto seno, l’esaltazione dei fianchi con gonne a corolla, il corsetto di matrice Ottocentesca forgiano la leggendaria silhouette Dior. La giornalista Carmel Snow coniò il termine ‘New look’, per definire la rinascita della moda parigina nel mondo.
Con gli anni Sessanta si ruppe definitivamente il legame con il passato. La moda parla ai giovani. Gli abiti di questo periodo sono per corpi giovani, liberi dalle costrizioni, formulati in forme geometriche pure, lunghi al ginocchio.
in questo reportage delle differenze tra Haute Couture e Pret-à-Porter è proprio nel 1967 il momento in cui gli atelier di alta moda si allontano dalla forma mentis finora loro congeniale dando inizio ad un tipo di moda di tipo industriale. In questo scenario, il Pret-à-Porter emerge come una rivoluzione della moda, una forma “pronta da indossare” che si oppone all’Haute Couture. Con la produzione di massa e la tecnologia, il Pret-à-Porter divenne la forma di moda più diffusa.
Le differenze tra Haute Couture e Pret-à-Porter vanno oltre la loro natura su misura o in serie. Il prezzo, la distribuzione e lo stile li distinguono, ma sono collegati da un filo invisibile. L’Haute Couture ispira spesso il Pret-à-Porter, e molti designer creano entrambe le linee per esplorare la creatività e raggiungere un pubblico più vasto.
In conclusione, Haute Couture e Pret-à-Porter, sebbene diversi, hanno plasmato l’estetica della moda. L’uno simbolo di lusso e creatività senza limiti, l’altro di democratizzazione e accessibilità. Un’affascinante cronologia di stile che ha ridefinito la moda del Novecento.
ENGLISH VERSION: Atelier and Catwalk: A Critical Analysis of the Differences Between Haute Couture and Pret-à-Porter”
A journey through the history of Fashion: The evolution of bespoke art and the democratization of Ready-to-Wear. The differences between Haute Couture and Pret-à-Porter.
The fascinating evolution of fashion through the ages leads us to explore the differences between Haute Couture and Pret-à-Porter today. From the aristocratic tailors of the 17th century to the democratization of clothing with Pret-à-Porter in the 20th century.
Let’s analyze the differences, inspirations, and the interesting connection between haute couture and ready-to-wear. At the heart of fashion, Haute Couture stands as a monument of luxury, creativity, and innovation, with roots that go back to the 17th century when skilled tailors wove custom-made garments for high society. The 18th century in Paris became the global forge of fashion, opening doors to an evolution that spread among the middle class in the 19th century thanks to the sewing machine.
The 20th century brought further revolutions, with bold designers experimenting with materials and techniques, giving rise to increasingly daring creations. Names like Chanel and Dior rose as icons, led by creative minds shaping the aesthetics of Haute Couture.
Coco Chanel, coming from poverty, became a beacon of revolutionary style, liberating women from Victorian constraints. In addition, Mademoiselle Coco was intuitive in giving life to the desire for novelty that her contemporaries were demanding. Business acumen and her determination, being a pioneer of personal branding, presenting herself as the first ambassador of her brand, forged her legend. The Chanel woman is independent and unconventional, ambitious. In the heritage of the legendary French designer, we mention wide-legged trousers, simple jersey dresses, the little black dress, flashy and affordable jewelry, and an essence that still today is synonymous with charisma and sensuality: Chanel No. 5.
With the 1930s and the crisis of ’29, Haute Couture progressively regressed. Parisian fashion houses tried to react by lowering garment prices, defining them as ‘crisis outfits,’ but in this historical-economic situation, department stores increasingly gained ground, presenting quality ready-to-wear garments at more democratic prices.
Couturiers, as we saw in the 2010s with collaborations between the fast retail giant H&M and various celebrities and fashion houses, collaborated with large-scale distribution, creating ad hoc collections – once again demonstrating that in history, everything is cyclical. It was during the Great Depression that the differences between Haute Couture and Pret-à-Porter began to be noticed.
With World War II (and all the disastrous consequences that ensued), those who survived it, thanks to a strong sense of resilience, despite much of the world being destroyed, sought to recover the true sense of life. The genesis of the must-have fashion of that time, the New Look, is placed in the wartime period when Ateliers struggled to solve the issues imposed by the Nazi government.
Christian Dior, the father of the “New Look,” defined the 1950s with elegant and sophisticated creations. Precisely, the ‘Bar’ model from the SS 1947 collection symbolizes the change in Haute Couture made in Paris. Sponsored by Marcel Bousac, a French cotton industrialist, and supported by prestigious collaborators, Monsieur Christian Dior also proposed a line of perfumes with the launch of the collection.
The collection is legendary because it projected the entire Europe into the future when there were only ruins around. The wasp waist, the emphasis on the bust point, the exaltation of hips with flared skirts, and the corset of 19th-century origin shaped the legendary Dior silhouette. Journalist Carmel Snow coined the term ‘New Look’ to define the rebirth of Parisian fashion worldwide.
In the 1960s, the link with the past was definitively broken. Fashion speaks to the young. The clothes of this period are for young, unconstrained bodies, formulated in pure geometric shapes, knee-length.
In this report on the differences between Haute Couture and Pret-à-Porter, it is precisely in 1967 that Haute Couture Ateliers move away from the mindset that has been congenial to them so far, initiating a type of industrial fashion. In this scenario, Pret-à-Porter emerges as a fashion revolution, a “ready-to-wear” form that opposes Haute Couture. With mass production and technology, Pret-à-Porter became the most widespread form of fashion.
The differences between Haute Couture and Pret-à-Porter go beyond their nature of custom or series. Price, distribution, and style distinguish them, but they are connected by an invisible thread. Haute Couture often inspires Pret-à-Porter, and many designers create both lines to explore creativity and reach a broader audience.
In conclusion, Haute Couture and Pret-à-Porter, although different, have shaped the aesthetics of fashion. One symbolizes luxury and limitless creativity, the other democratization and accessibility. A fascinating chronology of style that has redefined 20th-century fashion.