SEP JORDAN è una label di accessori cuciti a mano dalle migliori maestranze giordane e non solo, con un appeal del migliore made in Italy nel design fondato da Roberta Ventura.

– buongiorno Roberta Ventura, grazie infinite di aver accettato la nostra intervista. Ci parli di lei. Cosa fa nella vita e da dove viene?
Grazie a lei!
Sono una social entrepreneur insieme a mio marito, siamo italiani a Ginevra.

– come la sua città di origine, la sua famiglia e il suo percorso di studi, per poi giungere alla maestra più importante, ossia la vita, hanno poi dato vita a Sep? Ci parli del suo progetto.
Sono nata in provincia di Cuneo, ho studiato a Milano e poi ho iniziato a lavorare a Beirut, dove ho scritto la mia tesi sulla ‘ricostruzione del centro della citta' dopo 18 anni di guerra civile’. La passione per il medio Oriente e per i diritti umani sono state sempre dentro di me, sin da piccola. A Beirut nel 1997 ho visitato il campo di profughi palestinesi Ein el Helwe e da allora ho pensiero fisso: non e' giusto rinchiudere milioni di rifugiati in campi profughi, privandoli di speranza e dignita' per decenni. non potevo tollerare questa cosa. Dopo 20 anni in finanza tra Londra e Ginevra, Stefano ed io (mio marito) abbiamo finamente deciso di lanciare un "progetto", per vedere se il settore privato e il settore no-profit potevano convergere per risolvere il problema della depressione, della dipendenza dagli aiuti umanitari nei campi profughi. Eccoci qui, 9 anni dopo, con SEP Social Enterprise Project, un brand con negozi a Amman, Ginevra, Berlino e Milano che fa parlare di sé per il suo stile unico e per il suo impatto sociale positivo. Siamo orgogliosi di essere una B Corporation certificata: per diventarlo e' necessario dimostrare che le persone, il pianeta e profitti condividono tutti il primo posto nelle nostre priorita'.

– un modello di empowerment per le persone che come ‘colpa’ hanno solo quella di essere nate nelle parti più disastrate del mondo. Incredibile, complimenti! Verso dove state volgendo lo sguardo adesso?
Grazie!!! abbiamo appena cominciato! solo quando le artiste SEP al campo di Jerash avranno raggiunto il massimo della loro capacita' produttiva come ricamatrici, apriremo atelier in altri campi e in altri paesi. Abbiamo iniziato a lavorare con artiste che sono rifugiate palestinesi, nel campo piu' dimenticato della regione (che esiste dal 1967); poi abbiamo aperto l'atelier alle rifugiate che arrivavano dalla Siria negli ultimi anni e vedremo cosa verra' dopo. La cosa piu' importante per noi e' celebrare e rispettare la cultura, le radici che rischiano di andare perdute nel momento in cui si perde tutto diventando rifugiati e lavoriamo per portare le artiste al di sopra della soglia della poverta', grazie al loro talento. Il tutto, creando accessory lifestyle timeless, ageless, gender neutral e super versatili!

– tra le tante persone meravigliose e e storie con cui è entrata in contatto, avrebbe voglia di condividerne almeno una con noi per lei particolarmente significativa?
E’ successo lunedi… abbiamo ricevuto un messaggio sulla pagina SEP tramite facebook da una ragazza residente al campo che non conosco. Sono messaggi totalmente spontanei che ci danno enorme speranza che le cose stanno cambiando, che ci fanno capire che stiamo facendo la cosa giusta!