
Siamo qua per ispirare le nuove generazioni. cosa consiglieresti a un emergente per affermarsi nel mondo della moda?
Direi che ci sono due strade: la prima, quella classica e più facile, è sacrificare se stesso mostrandosi "servile" con chi è nelle posizioni importanti dei media più riconosciuti, ed entrare nelle loro grazie, la seconda, più difficile, è essere completamente indipendente e fare cose di valore. Consiglierei la seconda, perché affermandosi con la prima non porterai nessun valore alla vita intorno a te.
So che ti muovi in ambiti multidisciplinari. Li descriveresti ai miei lettori e racconteresti gli highlights più eclatanti che hai raggiunto in ogni campo?
Mi occupo di fotografia, di ricerca di stile senza etichette, di creazione di editoriali per riviste. Mescolo i tre campi, senza un piano studiato a tavolino. Uso i mezzi che mi vengono dati, o che ho, per creare un prodotto che mi soddisfi e che abbia rispetto e accoglienza per tutti.
Come highlights, non posso che essere felice per i riconoscimenti raggiunti. In fotografia, ho raccolto proprio pochi giorni fa alcune parole di alcuni giornalisti sui miei lavori, per metterle in un libro, e mi sono quasi commosso nel rileggerle. Da Rolling Stone a Fotografia Moderna, da giornalisti di Vogue alle parole del maestro Gastel. Tutte persone che come me sanno che un vero fotografo non si misura con gli scatti a "Elon Mask o a Justin Bieber". Quello è solo commercio per i media.
Nello stile, l'ultimo riconoscimento, la copertina che mi hanno dedicato in tutti gli USA, è una gioia che porterò con me per lungo tempo. Potevano scegliere fra 300 milioni di Americani e non so quanti europei, la "concorrenza" era davvero grande. Anche il riconoscimento di "icona di stile" dello storico NZZ, quotidiano svizzero considerato "newspaper of record", è stato importante.
Do e doesn’t di stile per questa estate alle porte.
Purtroppo non seguo troppo le mode e non posso risponderti. Anche quando vado a fare reportage per la moda, cambio io stesso da dandy style a hip hop style, senza guardare do e doesn't. Credo comunque che nulla di nuovo ci sia all'orizzonte e che alcune cose che sono state messe in atto per "innovare" non porteranno a cambiamenti reali e profondi. Vedi Harry Styles o cose simili.

Designer preferiti?
Junn J fra gli attuali, McQueen fra i compianti. Anche Vanotti, fra gli attuali, trovo che sia molto bravo.
Fotografi preferiti?
Diane Arbus.
Hai qualche hobby o passione segreta?
Stare di notte in giro per le metropoli e conoscere gente nuova. A Los Angeles per esempio, quando sono là, vado a degli incontri notturni di artisti, per lo più fotografi, acrobati, videomakers e fachiri, in sobborghi industriali quasi "spaventosi". Sono stato anche a Vernon, pensavo di essere in un film post apocalittico.
Puoi svelarci in anteprima qualche progetto in cantiere?
L'ho accennato prima, uscirà un libro ma non so ancora se lo produrrò tramite americani o tramite editori italiani. Una fotografa americana, cara amica di Phoenix, mi ha consigliato di saltare gli editori e fare da solo, dice che è bene rimanere indipendenti ed ora è una pratica consueta. Vediamo.
Come è cambiato il tuo lavoro con lo scenario covid e cosa ti aspetti dalla tanto sospirata ripresa?
È rallentato tutto dal vivo, ma paradossalmente varie riviste mi hanno contattato per parlare di progetti o del mio lavoro. È stato comunque produttivo. Certo, spero che la vita "di prima" torni presto, e che si possa viaggiare. Vorrei subito dedicarmi a qualche progetto interessante.
Hai qualche rimpianto?
Uh, chi non ne ha. Certamente quelli più grandi sono i viaggi rimandati. Come crescere se non incontriamo gente e culture diverse dalla nostra? Per me, essendo estroverso, è quasi vitale il contatto con le persone, soprattutto quelle "nuove".
Il tuo motto?
Non ne ho uno, ma credo che la cosa più importante sia dire quello che provi alle persone che ami. "Vai Carlos, e sii coraggioso nella vita", diceva un poeta brasiliano.
Il tuo head quarter è l’Umbria ma sei cittadino del mondo. Il paese o la città dove ti senti come a casa?
Direi il centro Italia e Los Angeles sono le due "aree" dove mi sento più a casa, anche se qui mi manca il sole quasi "perenne" che c'è là.
Cosa è per te il senso dello stile?
È essere eleganti dentro prima che fuori. Se poi ci sono entrambe le cose, credo sia la cosa più bella. Troppi visi sbuffanti o sprezzanti nella moda, e l'eleganza se ne va. Nasreen, una scrittrice sudafricana che mi ha intervistato per il pezzo nella rivista americana ora in edicola, ha aperto l'articolo scrivendo " In person, he is as warm, honest and down-to-heart as his art". È stata per me la cosa più bella che potesse scrivere.
Grazie Lorenzo per il bellissimo dialogo, un piacere essere nel tuo magazine.
